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UN CASO DI MALAGIUSTIZIA MILANESE

di Giuseppe Melzi
16-01-2018

Quando P.M. e Giudici hanno torto

Il P.M. e il G.I.P. milanesi  l’1/02/2008  avevano rivolto all’avv. Giuseppe MELZI, difensore storico delle vittime della criminalità bancaria (Processi Banca Privata Finanziaria -  SINDONA e Banco Ambrosiano - CALVI) accuse assurde e infamanti “riciclaggio e agevolazione  mafiosa”, a seguito di una indagine dei R.O.S. dei C.C. di Milano, denominata “DIRTY MONEY” (ex Tre Torri), avviata nel 2001 (7 anni prima).   Il gravissimo e colpevole errore e abuso giudiziario durato 15 anni, è stato finalmente smascherato dai giudici cagliaritani, territorialmente competenti e rigorosi, dopo ulteriori, approfondite indagini, affidate ai R.O.S. dei C.C. di Nuoro e al S.C.I.C.O. della G.d.F. di Roma.   Si riportano le motivazioni essenziali della Richiesta di Archiviazione dei 2 P.M. e della conclusione del Decreto del G.I.P. sottoscritto fin dal 15/05/2016, (non ancora notificato e conosciuto solo in questi giorni):   “…Orbene, la massa enorme di dati e di elementi raccolti nel corso delle indagini non consente tuttavia di poter esercitare in modo proficuo l’azione penale e ciò sotto vari profili: a) nel merito dei fatti ricostruiti; b) sulla loro qualificazione giuridica; c) sul ruolo dei singoli indagati e sull’elemento soggettivo; d) sull’estinzione dei reati per prescrizione; e) sulla competenza territoriale…   In conclusione, si ritiene dunque che non sussistano elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio nei confronti delle persone sottoposte alle indagini… (Richiesta di archiviazione 13/03/2016 del P.M. Dott. Gilberto GANASSI Aggiunto; Dott. Guido PANI Sostituto, pagg. 20 e 24).   Il G.I.P….dispone l’archiviazione del procedimento e ordina la restituzione degli atti al P.M. in sede (Decreto 05/05/2016 Dott. Mauro GRANDESSO SILVESTRI)”.
L’ Avv. Giuseppe MELZI ha subìto ingiustamente 291 giorni di custodia cautelare (89 in carcere e 202 a domicilio, quasi 10 mesi),  la sospensione dall’attività professionale per 1.159 giorni (3 anni e 2 mesi), con conseguenze esistenziali inimmaginabili.
Questa notizia è per rendere giustizia (tardivamente e parzialmente) dell’irrisarcibile pregiudizio subìto dal comportamento dei magistrati milanesi che, tra l’altro hanno diffuso l’ordinanza di custodia cautelare (pagg.276)  prima ancora che venisse notificata all’indagato (peggio “inquisito” per circa 10 anni).  
Milano, 16/01/2018

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