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ARS REGIA: DA CARLO EMANUELE I DI SAVOIA AGLI ALCHIMISTI CONTEMPORANEI

di Maria Serena nicotra
07-08-2019

Allestita a Palazzo Taffini d'Acceglio a Savigliano (CN) fino al 6 gennaio 2020, la mostra Ars Regia. La Granda alchemica, propone un'immersione culturale e sensoriale nella tradizione ermetica vivente in Piemonte.

L’Associazione Le Terre dei Savoia, che riunisce più di 50 Comuni del Cuneese, ha promosso un progetto espositivo biennale denominato Ars Regia, da realizzare in due eccezionali beni monumentali della Città di Savigliano recentemente restaurati e destinati a ospitare mostre: il Palazzo Taffini e il Palazzo Cravetta. L’Ars Regia alla quale rinvia il titolo del progetto è l’alchimia.


Sono tre le ragioni che hanno condotto alla scelta di questo argomento apparentemente singolare.

Prima perché in Italia risale a più di trent’anni anni fa una mostra importante su questo tema: Arte e Alchimia, curata da Arturo Schwarz nell’ambito della Biennale di Venezia del 1986. Poi perché l’identità del Piemonte è anche caratterizzata, a livello internazionale, dalla persistenza di una immagine “magica” ed esoterica, tradizione ermetica compresa.  Ancora, perché a Savigliano esistono diverse attività collegate alla spagirica, cioè all’alchimia vegetale: il museo MÚSES, Accademia Europea delle Essenze; ESSICA, realizzazione in corso di un progetto europeo di innovazione di processo nella filiera delle erbe aromatiche essiccate; l’Antica Farmacia Ospedaliera presso il Museo Civico; il corso di Laurea in Tecniche erboristiche dell’Università di Torino; la fiera QuintEssenza.

La mostra programmata per il 2019 è intitolata Ars Regia. La Granda alchemica (“la Granda” è la locuzione con cui si definisce la provincia cuneese per la sua notevole estensione). La sua curatela è stata affidata a Enzo Biffi Gentili, sia per la sua qualità di esperto a livello nazionale di arti applicate, sia per la sua esperienza di direttore artistico di un altro recente progetto, concluso con successo e promosso da Fondazione CRC, Il cuNeo gotico, che aveva l’obbiettivo di valorizzare l’architettura neogotica dell’800 nel Cuneese e insieme di documentare un lato dark e fantasy nelle arti attuali.

L’esposizione Ars Regia. La Granda alchemica è articolata in otto sezioni. Le prime sei riguardano diverse realtà del patrimonio culturale e storico artistico del Piemonte connesse con l’alchimia:

I. Carlo Emanuele I di Savoia. L’arte regale e la morte
Sono state molteplici, a volte pericolose, le relazioni tra alchimisti ed esponenti di Casa Savoia dal 300 agli inizi del 700.  A esempio Carlo Emanuele I intrattenne rapporti, documentati, con inquietanti studiosi e praticanti di alchimia come Giacomo Antonio Gromo, Angelo Ingegneri, Cesare Della Riviera. Nella sala di Palazzo Cravetta a Savigliano dove il Duca morì sarà realizzata, nell’ambito del progetto europeo Les Ducs des Alpes, una installazione “fantasmatica” che ne rianimerà l’ultima luttuosa destinazione, con artefatti dedicati alla fine del Duca e documenti alchemici originali coevi.

II. Giuseppe Gallizio. Pittore e spagirico
Molto sovente la critica ha usato, scrivendo di Pinot Gallizio, il più grande artista della Granda nel 900, i termini “alchimista” e “alchimia”. In mostra sono esposti alcuni suoi quadri dai titoli dichiaratamente alchemici.

III. San Lorenzo e l’Ars Regis
Sono esposti gli esiti una missione di rilievo espressivo di monumenti misterici cinquecenteschi locali, sinora scarsamente rappresentati, compiuta dal fotografo di architettura e docente al Politecnico di Torino Daniele Regis, a partire dalla stupefacente e poco nota Chiesa di San Lorenzo a Saliceto, dove l’apparato scultoreo-decorativo lapideo della facciata è gremito di simboli alchemici.

IV. Un Oratorio laboratorio
Una sezione che è una rivelazione: è mostrata parte di una raccolta d’opere d’arte conservate presso il Seminario Superiore di Arti Applicate/MIAAO della Congregazione dell’Oratorio di Torino nel complesso di San Filippo Neri, dall’iconografia alchemica. Tra gli autori Paolo Baratella, Pierre Clayette, Sergio Fergola, Joe Tilson, Jorrit Tornquist, Jean Triffez e così via: prova clamorosa di una “riconciliazione” tra chiesa cattolica e ars regia nella quale si sono distinti anche i Francescani.

V. Ricerche dell’oro nell’arte ceramica
È l’esibizione, mai prima avvenuta, di ceramiche provenienti da due collezioni private piemontesi, tutte decorate a lustro metallico- antica tecnica di “ricerca dell’oro” in quest’arte, considerata un “secreto”, un po’svelato nel ‘500 dall’architetto e alchimista Cipriano Piccolpasso- foggiate da illustri manifatture del ‘900 italiane, francesi, inglesi, spagnole, ungheresi…

VI. Artieri ermetici pedemontani
Si tratta di una selezione di opere di sei autori contemporanei di diverse generazioni, scomparsi e viventi, attivi in Piemonte, già creatori in passato di artefatti dichiaratamente suggestionati dall’Ars regia: i grafici e illustratori Piero Crida ed Elisa Seitzinger, l’eccentrico “olandese volante” Guy Harloff che morì in Piemonte, gli artisti Plinio Martelli e Silvio Rosso, e Fabio Petani, street artist.

In conclusione, due sezioni meno “radicate” nel genius loci. La VII. Alchimia di massa, riunisce artwork, comics e manga, video e videogames dal soggetto alchemico, per coinvolgere e interessare anche le nuove generazioni e i “nativi digitali”.

La VIII. L’aroma del Sacro, è un’installazione “alchi-mistica”, composta da ventiquattro olfattori in vetro dai quali i visitatori possono inalare profumi basati su essenze adottate in cerimonie religiose o create a supporto di esperienze spirituali di varia natura. Ospite d’onore è l’artiere, stilista e profumiere Filippo Sorcinelli.

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