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Torna alla NewsroomIntervista a Vittorio Soleo
di ChelliSound S.R.L.04-07-2019
Intervista all'artista Vittorio Soleo
Vittorio Soleo cosa ti passa per la testa quando scrivi una canzone?
Beh più che quello che mi passa per la testa è quello che SENTO quando scrivo una canzone (ride), infatti il primo impulso che ho, quando comincio a scrivere, parte da un sentimento e non dalla testa. Sono dell’idea che ogni tipo di creatività parte sempre da un “ sentire “ e non da un ragionamento. Quindi per rispondere alla tua domanda, tutte le emozioni di empatia che attraversano la mia giornata, cerco di renderle musicali…perchè musicali? perchè è un linguaggio universale (in fondo anche il cuore batte un ritmo).
Vittorio Soleo come hai iniziato a fare musica <>
Che altre forme di arte ti piacciono?
<< Se per arte s’intende espressione, armonia e quindi bellezza qualsiasi cosa che riesca a inglobare questi concetti mi attrae, al di là della moda ovviamente>>
Lavori?
<< Ho cominciato a lavorare a 16 anni al Mac Donald, studiavo e lavoravo. Dopo 3 anni, quando mi avrebbero fatto il contratto indeterminato, mi sono dimesso (era troppo alienante e ripetitivo come lavoro) e diciannovenne sono partito a lavorare per il tour operator VALTUR. Lì ci sono stato per 6 stagioni estive, appena terminavo gli esami “fuggivo” da Roma per andarmene o in giro per il mondo (Marocco, Kenya, Turchia) o nei posti estivi tra i più belli d’Italia (Puglia, Calabria, Sardegna, Sicilia…). Continuo a dire che è tra gli impieghi più belli che ci siano! Stai a contatto con tutte le tipologie di persone, ti alleni a fare il “piccolo” Rosario Fiorello ed io come musicista mi cimentavo a cantare cover classiche da villaggio (Cesare Cremonini, Max Pezzali, Battisti, Zucchero, Bennato, Gigi D’Alessio) fino ad interpretare le canzoni di Albano, Andrea Bocelli e Luciano Pavarotti fatti ovviamente a modo mio (ride). Poi grazie alla Valtur sono stato notato anche per la mia fisicità e da lì è scaturita l'idea del modello, ma questa è un'altra storia>>
Come ti vedi tra 10 anni?
<< Sono troppo occupato a vivere il “qui e ora” (che tra l’altro sono i semi per il mio futuro) per pre-occuparmi del futuro.>>
Beh più che quello che mi passa per la testa è quello che SENTO quando scrivo una canzone (ride), infatti il primo impulso che ho, quando comincio a scrivere, parte da un sentimento e non dalla testa. Sono dell’idea che ogni tipo di creatività parte sempre da un “ sentire “ e non da un ragionamento. Quindi per rispondere alla tua domanda, tutte le emozioni di empatia che attraversano la mia giornata, cerco di renderle musicali…perchè musicali? perchè è un linguaggio universale (in fondo anche il cuore batte un ritmo).
Vittorio Soleo come hai iniziato a fare musica <>
Che altre forme di arte ti piacciono?
<< Se per arte s’intende espressione, armonia e quindi bellezza qualsiasi cosa che riesca a inglobare questi concetti mi attrae, al di là della moda ovviamente>>
Lavori?
<< Ho cominciato a lavorare a 16 anni al Mac Donald, studiavo e lavoravo. Dopo 3 anni, quando mi avrebbero fatto il contratto indeterminato, mi sono dimesso (era troppo alienante e ripetitivo come lavoro) e diciannovenne sono partito a lavorare per il tour operator VALTUR. Lì ci sono stato per 6 stagioni estive, appena terminavo gli esami “fuggivo” da Roma per andarmene o in giro per il mondo (Marocco, Kenya, Turchia) o nei posti estivi tra i più belli d’Italia (Puglia, Calabria, Sardegna, Sicilia…). Continuo a dire che è tra gli impieghi più belli che ci siano! Stai a contatto con tutte le tipologie di persone, ti alleni a fare il “piccolo” Rosario Fiorello ed io come musicista mi cimentavo a cantare cover classiche da villaggio (Cesare Cremonini, Max Pezzali, Battisti, Zucchero, Bennato, Gigi D’Alessio) fino ad interpretare le canzoni di Albano, Andrea Bocelli e Luciano Pavarotti fatti ovviamente a modo mio (ride). Poi grazie alla Valtur sono stato notato anche per la mia fisicità e da lì è scaturita l'idea del modello, ma questa è un'altra storia>>
Come ti vedi tra 10 anni?
<< Sono troppo occupato a vivere il “qui e ora” (che tra l’altro sono i semi per il mio futuro) per pre-occuparmi del futuro.>>
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