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Data Journalism: cos'è e perché tutti ne parlano? Gli esempi più illustri

di Redazione Notiziabile.it
Pubblicato il 21-05-2020

Il Data Journalism è la nuova frontiera del giornalismo digitale. Un giornalismo che sfrutta la potenza del web e dei Big Data. Vediamo insieme come si fa, gli esempi più illustri e cosa fa un Data Journalist.

Data journalism: cosa è? Una nuova sfida per i giornalisti

Il Data Journalism è quella branca del giornalismo che utilizza i big data e gli open data per ricavare informazioni, notizie o condurre inchieste. Alcuni lo definiscono anche “giornalismo di precisione” perché si basa su dati certi ricavate da un calcolo preciso. Nel giornalismo moderno è sicuramente una delle più interessanti novità e sono ancora pochi i giornalisti che hanno sviluppato tutte le competenze necessarie per svolgere il Data Journalism.

Il Data Journalist, letteralmente “ il giornalista dei dati”, deve sviluppare competenze rispetto a quelle di un giornalista normale. Tra queste le competenze principali sono quella di analizzare grandi quantità di dati, i big data, sapere usare gli strumenti di analisi e saper interpretare i dati. Una volta interpretati i dati deve essere in grado in modo semplice di comunicare i risultati delle sue analisi. Trasformare lunghi elenchi di numeri e percentuali in una notizia non è facile, è una nuova ed intrigante sfida per il giornalismo. Lo scopo principale del Data Journalism è quello di trarre informazioni dei dati che testimoniano cambiamenti sociali e per questo potremmo paragonarle a delle vere e proprie inchieste. A differenza delle inchieste tradizionali che venivano condotte spesso tramite delle interviste, le inchieste del Data Journalism utilizzano i dati forniti dal web.

La storia del Data Journalism e gli esempi più illustri

Il padre del Data Journalism fu Philip Meyer che nel 1969 scrisse un libro che parlava del “giornalismo di precisione”, oggi noto come Data Journalism. Il giornalismo di precisione era una disciplina che avvicinava scienza e giornalismo e si riferiva ad un giornalista utilizzava un metodo scientifico per scrivere il proprio articolo. Successivamente questa tipologia di giornalismo si è evoluta e ha cominciato a sfruttare sempre di più i set di dati forniti dal web diventando a tutti gli effetti Data Journalism come noi oggi lo conosciamo. Tra le prime tematiche affrontate con questo nuovo approccio al giornalismo furono quelle relative alle spese mediche o ai finanziamenti pubblici negli Stati Uniti che garantirono ai giornalisti molti premi e riconoscimenti.

Alcune, come quella condotta nel 1990 dal giornalista Dwight Morris per il Los Angeles Time, portò allo smascheramento di qualche pratica illecita. Un lavoro degno ancora oggi di nota fu quello condotto dal Washington Post di nome Police Shooting. Il tema centrale dell’inchiesta era il porto d’armi e grazie all’ analisi di diversi database è stata dimostrata la correlazione tra la liberalizzarono del porto d’armi e l’aumento dell’uso delle pistole per usi illeciti. L’analisi si concentrava principalmente sui dati relativi alla Virginia ma ebbe un impatto mondiale. Per quanto riguarda l’Italia uno degli esempi più illustri di Data Journalism è l’inchiesta condotta dalla Libera Università di Bolzano sul tema dell’immigrazione e della sua evoluzione dal 1995 al 2015.

Differenza tra open data e big data

Abbiamo parlati di big data e open data ma non sono la stessa cosa. Vediamo la differenza tra questi due set di dati: 

Big Data:

vengono raccolti anche senza che gli utenti se ne accorgano al fine di profilarne abitudini e tendenze. Spesso vengono utilizzati per le analisi di mercato private. Si tratta di raccolte di dati molto estese che per essere analizzate hanno bisogno di tecnologie specifiche.

Open Data:

sono dati pubblici raccolti e regolati dalla pubblica amministrazione. Sono consultabili da tutti e messi a disposizione per progetti di ricerca o analisi antropologiche. L’ente pubblico italiano principale che si occupa della gestione e raccolta degli open data è l’ISTAT, Istituto Nazionale di Statistica. Si tratta di raccolte di dati molto estese che per essere analizzate hanno bisogno di tecnologie specifiche.

Analizzare questa grande mole di dati, anche se più difficile, permette di ottenere molte più informazioni rispetto all’analisi di un piccolo campione di dati o statistiche. Inoltre, le informazioni che si possono ricavare dei dati sono spesso molto accurate, basate su ricerche scientifiche e svolte con metodi sicuri per questo il Data Journalism è considerato uno strumento informativo affidabile che si allontana dal mondo delle fake news.

Data Journalist: chi è e cosa fa?

Il Data Journalist è il giornalista che si occupa di scrivere articoli e condurre inchieste utilizzando i big data. Si tratta di una delle più innovative figure professionali nel mondo dell’editoria e sempre più redazioni cercano persone che sviluppino tali competenze perché i clienti cominciano ad apprezzare sempre di più questo tipo di giornalismo. Ma cosa fa un Data Journalist e che competenze deve avere? Vediamo di scoprire di più su questo nuovo lavoro. Il Data Journalist deve:
  • avere delle competenze tecnico-informatiche: un Data Journalist è anche un tecnico cioè deve saper utilizzare software e programmi indispensabili per l’analisi dei dati. Uno dei programmi base è sicuramente Microsoft Excel. Inoltre, deve avere anche delle competenze di grafica perché spesso è necessario creare grafici o tabelle;
  • seguire i siti e i blog di settore: il miglior modo di fare giornalismo d’inchiesta, con o senza dati, è quello di rimanere sempre aggiornati sulle ultime notizie. Sul web esistono moltissimi siti di settore che vengono aggiornati continuamente con nuovi set di dati o che aprono nuove interessanti discussioni. I siti italiani più autorevoli sono Dataroom e la sezione Data Journalism dell’ Agi (agenzia Giornalistica Italiana);
  • saper scrivere: sembra banale ma molti sottovalutano questo aspetto per noi fondamentale. L’utente che leggerà un’inchiesta di Data Journalism non sarà certo un tecnico, il giornalista deve essere bravo non solo a codificare i dati ma anche a spiegarli usando parole semplici. Deve essere in grado di trasformare i numeri in parole in modo semplice ed efficace.

Infine, è fondamentale ricordare che un elenco spoglio di dati non interessa a nessuno. Siamo nell’era dello storytelling, la storia è al centro di tutto. Un set di dati deve raccontare una storia e l’abilità principale del Data Journalist è intercettare e saper raccontare quella storia.

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